La Fucina Dei Artisti Emergenti recensisce gli Altea

Gli Atea si aggiudicano a giugno 2022, a parimenti con altri tre artisti, con il brano: Vortice, oltre al premio per essere risultati tra i brani migliori partecipanti al contest discografico online Very Indies, la pubblicazione di questo articolo, grazie alla preziosa collaborazione di Enrico Bresciani della Fucina Dei Artisti Emergenti.

Ho imparato… Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.” (Andy Rooney)

Duo proveniente dal genere Pop-Rock, gli Altea non tendono a guardarsi tanto intorno per capire cosa si propina nel panorama musicale ma sempre cercano di proporre unicità nella loro musica.

Questa loro continua e costante ricerca è orientata verso sonorità, più  appassionanti e coinvolgenti, senza preoccuparsi minimamente dal genere che andranno poi a sfociare con il loro sound.

Il tutto è partito per merito delle varie influenze musicali giovanili metabolizzate da entrambi, con in testa però un preciso obiettivo primario; esprimere al meglio se stessi, musicalmente parlando, cercando di essere riconosciuti nella loro unicità.

Ogni loro canzone ha una sua storia univoca e ben precisa, messe alla luce dopo alcuni giri di accordi o passando prima dalla stesura dei testi per poi imbastire, vestendo il tutto con la musica.

Denominatore comune è il voler raccontare storie molto importanti per tutti gli ascoltatori.

Ricerca continua nell’esprimere al massimo le loro emozioni percorrendo una strada che riporti sempre ad una continua crescita personale.

Esprimere le proprie o altrui emozioni delle volte si rischia il baratro, gli Altea invece molto attenti su questo fronte, cercano e vorrebbero che l’ascoltatore faccia suo e propio uno dei loro brani.

La massima aspirazione sarebbe trarne dei benefici, arricchendo la loro crescita con spunti provenienti anche dai sentimenti emozionali provati dal loro pubblico.

Non essere quindi solo un canale trasmittente ma anche ricevente, un dare per avere in poche parole.

La magia dell’Arte e della Musica è un’esperienza sicuramente personale ma alla fine dal momento che si pubblica una propria opera, diventa “un” patrimonio di tutti; ogni ascoltatore la fa propria esternando le proprie ed individuali emozioni.

La musica è un avere di tutti e non è certo solo dell’Artista che la crea.

Gli altea nella loro Idea di Musica, lasciatemi usare un termine non proprio strappato al groove musical, sono decisamente democratici, vogliono lasciare uno spazio anche a chi ascolta in modo tale da poter contribuire anche loro stessi nell’arricchimento divulgativo del messaggio.

Come espresso poc’anzi, il tutto sempre credendo ad una prospettiva o ad una visione: il dare per ricevere.

La connessione con il pubblico per antonomasia sono i Live.

Quando fai uscire nei vari store digitali un tuo singolo è ovvio che l’autore non possa carpire cosa viene percepito dal singolo ascoltatore nel suo  privato, nei Live il tutto si ribalta, sentire cantare e vedere ballare riempiono di orgoglio, carica e voglia di continuare ogni Artista.

Duo non solo come artisti ma anche nei live, con la voce/sequenze/loop di Federica Nicosia accompagnata dal polistrumentista Emanuele Trupia (chitarra/piano/synth/loop station).

Nel nome della musica ci sono quelli che parlano solamente e quelli che pensano solo a suonare; gli Altea seguono decisamente la seconda via.

La musica è una esperienza sempre molto personale, non si possono giudicare a pelle ed in modo assai frettoloso quella altrui.

Rimane sempre una questione di gusti e non di certo opinioni, tutti pescano sempre dal loro passato cercando la contemporaneità mettendo sempre il tutto al servizio dello strumento primordiale: la Voce.

Secondo gli Altea il tutto deve ruotare servendo su un piatto d’argento la canzone al proprio cantante.

Fedeli sempre nelle loro uscite cercando sempre di non porsi dei limiti, esplodendo al massimo con la loro creatività, riconoscibile anche nei loro video molto spontanei nati grazie al contributo con altri artisti (attori e regia).

La tangibilità nelle loro canzoni nasce sia da un lavoro singolo che di coppia, lasciando sempre la stesura finale compiuta da un loro lavoro di squadra.

Come tutti i lavori di team capita anche agli Altea delle piccolissime divergenze musicali, ma quando un duo si sceglie perché procedono entrambi sulla stessa lunghezza d’onda questi momenti di discussione sono occasionali e di infima portata.

Pensare sempre positivo cercando di proporre sempre il “bello dell’Arte”, ricorrendo sovente anche all’aiuto esterno di altre visioni.

Importante ricercare anche un punto di vista esterno al nostro, questo ci permette unaricerca continua del “Bello”.

Il sogno nel cassetto? Emozionarsi durante il lungo tragitto del loro percorso musicale che andranno a percorrere.

Il finale è ovviamente arrivare se possibile ad un successo personale, ma molto più importante è la via che si va a percorrere, i personaggi incontrati strada facendo se si vuole crescere artisticamente.

Da soli non si progredisce in nulla, sia nella vita sia nella musica, riuscire sempre a coinvolgere chi ti sta attorno nel tuo percorso è una cosa importante che ti inorgoglisce e ti carica a mille per continuare professionalmente la tua strada.

Ci vuole un sacco di impegno arricchendoti di emozioni mettere assieme tante persone, cercando la sfida nella sfida: emozionare chi non ti conosce.

Quando sali sul palco le situazioni e lo stress della vita privata deve essere proprio buttato alle spalle, gli Aleta lo conoscono bene e la priorità diventa in ogni occasione trasmette la loro musica.

Mi scuso con i più puristi della lingua italiana e mi permettano il mio gioco di parole usato per concludere questa recensione, la loro musica è proprio la loro vera musica senza barriere o confini di genere.

Recensioni scritte a modo mio di Bresciani Enrico. 

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