IL PRIMO EP DIGITALE DI ERRICORU’ “Costruzioni Terapeutiche VOL.1”

Erricorù entra nel panorama discografico con un EP digitale di cinque brani dal titolo Costruzioni Terapeutiche Vol.1, per l’etichetta Monkey Music, registrato in presa diretta tra gli Apogeo Records e il Kokoro Studio e missato e masterizzato da Diego Olimpo. 

E’ un artigiano della musica Erricorù, porta con sé la sua impronta di architetto nel pensare armonie e melodie come una serie di razionali equilibri, ma conserva un’intensa introspezione nello scavarsi dentro, interrogando le sue emozioni per la ricerca della parola evocativa. 

E’ così che la canzone viene composta, alzata “come un palazzo”, pezzo dopo pezzo, “Quella canzone che si trasforma in un flusso sonoro che si impasta e mi insegna cos’è il mondo”, una costruzione terapeutica appunto che indaga il profondo dell’io rispettando le geometrie musicali. 

Già chitarrista e compositore delle musiche della band Metaverso, il songwriter napoletano decide di investire in un progetto personale dal momento in cui sente maturi cinque, tra i tantissimi brani, composti tra il 2010-2013 con l’eccezione di Wake Up che è del 2017 (nata anche dalla collaborazione con i musicisti in sala). 

Come già nei Metaverso, Erricorù conserva la sua anima rock con un’importante contaminazione elettrica; un chitarrismo molto originale che mescola tra loro rock, grunge, prog, classico napoletano, atmosfere cantautorali, portando l’ascoltatore in spazi ampi, con echi e tempi sospesi. 

Nei pezzi di Costruzioni Terapeutiche, la voce è, per scelta stilistica, uno strumento tra gli altri, che si mescola con le armonie senza uscire fuori. 

Hanno collaborato alla realizzazione del’EP: Giampiero Fusco – batteria e arrangiamenti, Daniele Cannavacciuolo – basso e arrangiamenti, Alberto Pascale – batteria, Giulio Palumbo – basso, Luciano Mirra – basso e arrangiamenti.

PER ASCOLTARE EP: https://open.spotify.com/album/611CSZN0Mlbvlugm8L5fl3

PER VIDEO RESPIRARE

BIOGRAFIA

Nella vita precedente ero un uccello che è caduto in mare mentre volava alto. 

Sono rimasto in silenzio, ferito. Ho ascoltato, ho sentito, ho imparato, ho mentito, ho sofferto, ho amato. 

Ed ora ho fretta. Ho urgenza di dire.

Costruire canzoni terapeutiche come palazzi. Pezzo dopo pezzo. Mattoni e cemento di vite vissute, attraversate da sensazioni giunte e poi sfumate, percezioni del mondo celate che necessariamente vanno svelate.

Tengo assieme geometria ed emozione. Razionale e profondo. Musica pensata e parole scavate. La ricerca continua di una canzone. Quella canzone che si trasforma in un flusso sonoro che si impasta, variazioni sul tema, e mi insegna cos’è il mondo. La struttura profonda del reale.  

Mai da solo, con cari amici, a scolpire e scavare, senza sosta, a mani nude. Foto di Leonilda Iacono.