“Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima.” (George Bernard Shaw)
Dal passato come artista Metal al suo recente presente, Artemisia nell’attuale percorso di compositrice vira decisamente il timone artistico.
Le situazioni col crescere cambiano e sono diverse per tutti.
Il suo morboso desiderio come artista è di incarnarsi in uomo per poter cantare nel genere preferito, il Growl; anche se per onestà di cronaca vi sono tante donne veramente in gamba al livello o anche superiori ai colleghi maschietti.
Accantoniamo per un’attimo i desideri, Artemisia e la sua Idea di Musica continua ricerca per scovare una dimensione musicale e un sound riconducibile e che la identifichi; eterna ricerca della propria unicità.
Ecco come è caduta la scelta sul genere Pop contaminato da influenze elettroniche, anche se l’intento, ascoltato in alcune canzoni, rimane essere abbastanza aggressivo, non abbandona del tutto il suo animo da Rocker.
La collaborazione con Gianluca Bianco e Cristiano Tommasi, entrambi produttori anch’essi provenienti dall’ambiente Metal, prendono vita i suoi singoli e questo nuovo progetto da solista è potuto decollare.
Provenendo dal Metal Dark, Artemisia ha cercato di mantenere un certo alone di oscurità tracciato sia nei testi sia nella musica, nonostante tutti siano comunque Style Pop.
Non avendo una voce adatta a sostenere un sound Rock, intelligentemente Artemisia imbastisce un vestitino adatto a quello che lei sa cantare, tenendo sempre presente e viva la sua provenienza artistica.
I testi scritti di proprio pugno si arricchiscono della musica creata da un lavoro di squadra, instaurando un grande rapporto dove regna libertà di espressione non solo artistica ma anche empatia ed umana.
Utile ed indispensabile nella propria crescita personale avere a disposizione sempre una sincera opinione diversa che vada al di fuori del tuo consueto raggio d’azione.
Artemisia vulcanica ed eclettica artista la sua dimensione di artista è essere indipendente, con un chiodo fisso riguardante la ricerca musicale.
La parte più complicata del suo nuovo percorso sono stati i suoi primi 35
anni della sua vita.
Scrivere e pubblicare una propria canzone, mettendo a nudo i propri sentimenti vuol dire anche esporsi al giudizio degli ascoltatori, perché testi intrisi di faccende di vita realmente accadute, dei propri pensieri e del proprio sentire.
Riuscire a fare tutto ciò per Artemisia c’è voluto tempo per metabolizzare la nuova situazione, riuscire a scrivere dando poi forma alla canzone e soprattutto proporla alle persone; c’è voluto tempo.
Il tempo visto come distanza di tempo tra l’idea propiziatoria alla sua pubblicazione.
La vita trascorsa è stata utile per aiutarla nella stesura dei suoi testi esprimendo appieno il suo pensiero, riportando fedelmente in musica spaccati della vita prettamente personali usando però sempre una presentazione astratta delle cose.
Artemisia ha sempre curato le ferite riportando sul quaderno testi e poesie, frutti del suo percorso, senza mai avere la smania di catalogarle per un uso successivo.
La maturazione e la coscienza artistica hanno preso il sopravvento, stufa oramai di proporre solamente Cover come stile di vita ha trovato senso abbinare delle note musicale a quanto scritto e riposto.
Come tutti gli artisti produttivi, non tutto quello scritto è poi risultato apprezzabile o proponibile, rimanendo pur sempre sue orme.
Il nome d’arte ha una sua notevole importanza, deriva da una Pittrice del fine ‘700 che ebbe una vita assai travagliata: Artemisia Gentileschi.
Romana di nascita e figlia di un pittore pisano subì uno strupo, la vita le venne così abusata della sua libertà, traumatizzandola profondamente.
Mortificata come persona dalla mentalità maschilista del tempo, traeva gioia e sollievo vendicarsi tramite l’Arte, decisamente una novella femminista visto i tempi.
Questo concetto di vendicarsi con l’Arte è talmente piaciuto da sposarne la causa acquisendo così il nome.
Attratta dai suoi quadri dove veniva illustrata la violenza, questi hanno una marcia in più rispetto a quadri simili di colleghi maschi del tempo.
Questa è la rivincita di una Donna sulla mentalità maschilista, non così forte ma talvolta ancora presente tuttora.
Sveliamo subito che Artemisia non è di certo una novella V al femminile pronta ad indossare la maschera creata da Guy Fawkes e non vuole di certo vendicarsi.
Dentro in lei cela una piccolissima fiammella di frustrazione, forse nemmeno così piccolissima.
Con la fine dell’anno uscirà di certo il suo primo Ep contenete 6 brani e la successiva missione è di preparare un Live assieme ad una band esibendo al pubblico la sua musica, con un taglio strumentale anche ai pezzi proposti.
La ricerca continua esplorando nuove dimensioni musicali più vicine al suo pubblico, creando così non barriere ma vicinanze ed instaurando una forte connessione con esso nei Live in location incantevolmente stupende.
Recensioni scritte a modo mio di Bresciani Enrico.
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